Coinvolgente fin dalla prima pagina “Il Conte di Montecristo”, scritto da Alexandre Dumas (padre) viene pubblicato -a puntate- negli anni che vanno dal 1844 al 1846 in Francia, e pubblicato, praticamente in contemporanea all’uscita del capitolo conclusivo, anche in Italia.
In questo romanzo che non annoia mai, pagina dopo pagina, troviamo uno spaccato della superficialità della società parigina dell’epoca rappresentata sapientemente in tutti i vizi dei personaggi negativi che incontriamo all’interno del racconto.
I personaggi, magistralmente descritti con caratteri ricchi e con molteplici sfumature, sono altresì volutamente caricaturali, si empatizza da subito con il povero Edmond, e si odiano al primo incontro tutti i personaggi antagonisti presentati attraverso i loro peggior difetti.
Dumas usa, per tutta la narrazione, un’ironia sottile tipica dei romanzi dell’epoca, e nonostante affronti il tema della vendetta e del male assoluto, rende il romanzo leggero e scorrevole, non c’è mai un’anticipazione dei fatti, ma tutto alla fine trova esattamente la sua collocazione.
In conclusiane veramente stupendo, non ci si stacca dalle pagine fino all’ultimo, e anzi si vorrebbe sapere ancora come continuano le storie dei nostri protagonisti, che ormai dopo ben 1240 pagine, sono ormai nostri cari amici…questo però devo ammettere è una cosa che mi accade quasi sempre quando la trama mi appassiona veramente tanto…e oltre al sapere come continua la vita dei protagonisti, mi lascia anche un senso di “vuoto”…a voi è mai capitato?
Se volete leggere questo libro in versione cartacea, vi consiglio l’edizione Einaudi della collana ET Classici, la traduzione è fatta benissimo, senza tagli e con tantissime note che contengono molte curiosità (io ho fatto una ricerca in merito prima di acquistarlo e devo dire che sono soddisfatta), per quanto riguarda il formato ce ne sono di migliori, più leggeri e maneggevoli, rimane di fatto un romanzo importante, definibile quindi da “comodino”e non di certo “da borsetta”, ricordatevelo!!!
A presto M.
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